leandro pinto junior
fare politica con le mani nella terra
"Ognuno di noi deve fare la sua parte per ricostruire la Guinea Bissau. Dobbiamo smettere di aspettare gli aiuti internazionali e ripartire da cose concrete: l'educazione, la sovranità alimentare, la giustizia sociale. Noi non facciamo la politica nei partiti, ma facciamo politica partendo dal cibo".
Leandro Pinto Junior ha sempre avuto le idee chiare. Sin da quando lasciò la Guinea Bissau per Cuba, promettendo a se stesso e alla sua terra che sarebbe tornato a casa, terminati gli studi. E così fece. Dopo la laurea in agronomia, insieme all’amico di una vita Armando, torna in patria e decide di impegnarsi attivamente per contribuire allo sviluppo della Guinea Bissau. Apre una cooperativa agricola, Coajoc, che ha come obiettivo principale quello di fare politica, ovvero creazione di valore sociale e ricchezza collettiva, attraverso il lavoro nei campi.
L'impegno di Leandro e Armando è sul territorio, con le mani nella terra. Creano prima una scuola di agronomia, e poi una radio e una tv comunitaria, tramite cui trasferiscono il "sapere" appreso all’Università de L’Havana ai ragazzi del villaggio di Canchungo, a nord di Bissau. Non solo per toglierli dalla strada, insegnando loro un mestiere, ma soprattutto perché Leandro e Armando sentono di dover restituire alla propria comunità ciò che loro e pochi altri fortunati hanno ricevuto dal governo, ovvero la possibilità di studiare all’estero.
Dalla floricoltura alla risicoltura, dall’uso di qualche piccolo macchinario fino alle trasmissioni in radio per spiegare alla comunità che cos'è la sovranità alimentare, come si fa a nutrirsi correttamente. Sembra scontato, e invece non lo è in un Paese che ha subito decenni di monocultura che hanno distrutto il territorio e il saper fare contadino.
Coajoc oggi siede anche ai tavoli di lavoro del governo: "C’è una carta dedicata alla politica agraria - spiega Leandro - La cooperativa fa parte del gabinetto regionale e siamo sempre invitati a partecipare, a dare contributi e idee".
Il futuro non si può delegare ad altri. Leandro ne è profondamente convinto e il senso della cooperativa è proprio questo. Gli anni a venire della Guinea Bissau dipendono dall’impegno di tutti, di qualsiasi classe sociale: "Ognuno di noi deve fare bene il suo lavoro rispettando l’idea della Repubblica - riflette Leandro - Ci vuole confronto, un obiettivo comune e spirito costruttivo".
"Dobbiamo mutare il nostro modo di pensare, smetterla di sperare negli aiuti internazionali e capire che siamo noi a dover aiutare noi stessi, il nostro Paese. Dobbiamo essere realisti su ciò che possiamo realizzare e ognuno di noi deve fare la sua parte".
"Cosa significa Guinendadi?" Leandro ride. Un sorriso quasi stupito, come se la risposta fosse ovvia: "Significa essere guineensi, amare la Guinea Bissau, sentirla nella pelle. Si tratta di valori, buone idee, di un gruppo di persone che parlano del Paese e di come risolverne i problemi. È lavoro, allegria, amore, crescita economica".