Storie di rivoluzione e sviluppo in Guinea Bissau.
Un viaggio nato da una parola che unisce un popolo.
Un reportage dentro gli sguardi e le storie di chi ogni giorno lavora, crea e sogna un Paese diverso.
Nell'era precoloniale, quindi non tanto tempo fa, in Africa esistevano più di 10 mila staterelli, regni, gruppi etnici, federazioni. Nel suo libro The African Experience (New York 1991) lo storico dell'Università di Londra Roland Oliver mette in risalto un paradosso ormai generalizzato: si dice infatti comunemente che i colonialisti europei abbiano compiuto una spartizione dell'Africa. «Una spartizione?» dice Oliver stupito. «Ma se si è trattato di un'unificazione brutale, imposta col ferro e col fuoco! Da 10 mila che erano si sono ridotti a cinquanta». Ma di tutta questa varietà, di questo mosaico cangiante composto di sassi, ossa, conchiglie, ramoscelli e foglioline rimane ancora molto. Più lo contempliamo e più ci accorgiamo di come sotto ai nostri occhi le parti di questo puzzle cambino posto, forma e sfumature, fino a formare uno spettacolo che ci abbaglia con la sua varietà, la sua ricchezza, il suo caleidoscopio di colori.
Ryszard Kapuściński - Ebano, 1998
Prima del XV secolo La Guinea Bissau, in epoca precoloniale, è un regno tributario conosciuto con il nome di Gabù ed è parte dell'Impero del Mali.
1446 Nuno Tristão, secondo una ricostruzione leggendaria, più che storica, è il primo esploratore portoghese a mettere piede in Guinea Bissau. Ha così inizio la loro amministrazione (anche sulle Isole di Capo Verde) e tutta l'area della Guinea Bissau diventa un importante snodo nella tratta di schiavi.
1879 La Guinea Bissau diventa una colonia separata da Capo Verde.
1951 La Guinea Bissau viene dichiarata provincia del Portogallo.
1956 Amilcar Cabral e Rafael Barbosa fondano in clandestinità il PAIGC - Partito Africano per l'Indipendenza della Guinea e di Capo Verde.
1963-74 Dal quartier generale del PAIGC a Conakry, in Guinea, partono le rivolte che porteranno alla guerra per l'indipendenza dal Portogallo.
1973 Amilcar Cabral viene assassinato. Il PAIGC dichiara unilateralmente l'indipendenza della Guinea Bissau dal Portogallo (documentario sull'omicidio).
1974 Il Portogallo riconosce l'indipendenza alla Guinea Bissau: Luis Cabral, fratello di Amilcar, diventa presidente.
1980 Luis Cabral viene spodestato con un colpo di stato militare guidato da Joao Bernardo "Nino" Vieira.
1994 Vieira viene eletto presidente.
1998 Vieira "licenzia" il comandante dell'esercito, il generale Ansumane Mane, accusato di rifornire armi clandestinamente ai ribelli in Senegal.
1999 Maggio: i soldati guidati dal generale Ansumane Mane rovesciano Vieira.
2000 Gennaio: Kumba Ialá viene eletto presidente.
2002 Novembre: il generale Mane viene ucciso, presumibilmente dopo aver tentato di mettere in atto un colpo di Stato (reportage).
14 settembre 2003 Un colpo di Stato militare depone il presidente Ialá.
2004 Marzo: dopo un periodo di "governo di transizione" il PAIGC vince le elezioni.
2005 Aprile: Joao Bernardo Vieira rientra dall'esilio in Portogallo. E a luglio conquista il ballottaggio nelle elezioni presidenziali.
2008
Agosto: Vieira scioglie il Parlamento e nomina capo del governo l'ex primo ministro Carlos Correia.
Novembre: Vieira sopravvive a un attacco condotto da soldati ammutinati contro la sua dimora, in quello che sembra essere un fallito colpo di Stato.
2009
Marzo: Joao Bernardo Vieira viene ucciso da soldati ribelli, poche ore dopo l'assassinio del capo dell'esercito, il generale Tagme Na Waie (reportage).
Luglio: Malam Bacai Sanha vince le elezioni presidenziali.
2010 Giugno: l generale Antonio Indjai, è nominato capo dell'esercito.
2011 Dicembre: il primo ministro Carlos Gomes Junior dice che le autorità hanno sventato un tentativo di colpo di Stato contro il presidente Malam Bacai Sanha. Il capo della marina José Americo Bubo Na Tchuto è accusato di essere la mente del colpo di stato e viene arrestato.
2012
Gennaio: il presidente Malam Bacai Sanha muore in ospedale, a Parigi. L'Assemblea Nazionale nomina presidente ad interim Raimundo Pereira (reportage).
Aprile - maggio: i soldati rovesciano il governo. Pereira viene arrestato e viene formato un governo di transizione guidato da Manuel Serifo Nhamadjo.
2014
Maggio: le elezioni presidenziali vengono vinte da Jose Mario Vaz.
Settembre: il presidente Vaz "licenzia" il potente capo delle forze armate, Antonio Indjai (reportage).
2015 Agosto: il presidente Vaz innesca una nuova crisi politica licenziando il premier Domingos Simoes Pereira, dopo lunghe controversie tra i due.
La Guinea Bissau è un piccolo stato dell’Africa Occidentale. Confina a nord con il Senegal, a sud e a est con la Guinea Equatoriale (anche detta Guinea Conakri, con cui spesso viene confusa) e a ovest con l’Oceano Atlantico.
È uno dei più piccoli Stati del continente africano, con i suoi 36 mila km² (più o meno la stessa dimensione della Svizzera). Un’area che comprende tantissimi corsi d’acqua che attraversano il Paese in lungo e in largo (una caratteristica insolita per il continente africano) e il bellissimo arcipelago delle isole Bijagos, pianeggianti e di natura vulcanica. Per il suo valore ambientale, l'UNESCO ha riconosciuto l’Arcipelago tra le Riserve della biosfera mentre il WWF lo ha inserito tra le sue ecoregioni. Le coste del Paese e le sue isole sono ricoperte da imponenti mangrovie; ma l’attività umana e lo sfruttamento delle risorse forestali stanno mettendo a rischio la ricca biodiversità.
La capitale della Guinea Bissau è Bissau, che conta circa 400.000 abitanti. Sorge sul largo estuario del fiume Geba ed è lo scalo marittimo principale del Paese, dato che è fronteggiato da una baia riparata. Bissau è un macramé di strade, per lo più non asfaltate, dentro il quale si disegnano diversi quartieri: da quelli più centrali, come Ajuda in cui sorgono anche la maggior parte dei palazzi presidenziali, a quelli più poveri, come Antula o Bandim. Quest’ultimo, in particolare, è teatro di uno dei mercati più grandi di Bissau: dentro i suoi vicoli stretti e bui si snodano i banchi del pesce, della carne, delle spezie al fianco di quelli delle stoffe e del piccolo artigianato locale.
1.801 milioni di persone abitano la Guinea Bissau. E come in tutti gli Stati del continente, sono numerose le etnie che convivono. La maggioritaria è quella dei Balanta, provenienti dall’Africa del Nord e discendenti dai Bantú; ma sono presenti in modo significativo anche i Mandingo, dall’Ovest africano, i Fula, a cui si deve l'introduzione e la diffusione della religione islamica in Africa occidentale, e i Papel.
La maggior parte della popolazione è di religione animista; seguono i musulmani e i cristiani.
Il kriol, creolo portoghese, è la lingua più parlata. Nonostante la lingua ufficiale sia il portoghese, insegnato nelle scuole e usato nelle riunioni politiche cosí come dalle tv, il kriol resta l’idioma piú diffuso nelle interazioni quotidiane, soprattutto in città. Nelle campagne, invece, regnano sovrani i dialetti indigeni.
La Guinea Bissau occupa il 177° posto nella classifica stilata dall’UNDP per lo Human Development Report. Il Paese risulta essere tra i paesi piu poveri al mondo, con un’economia locale fondata essenzialmente sulla pesca, sull'agricoltura di sussistenza e sullo sfruttamento delle risorse forestali. L'agricoltura di esportazione è quasi completamente incentrata sulla vendita di anacardi, che in Guinea Bissau vengono raccolti e poi esportati direttamente nei paesi che provvedono alla produzione, come India e Libano. La volatilità dei prezzi di questo prodotto sul mercato internazionale rende l’economia guineense ancora più vulnerabile. Una delle schiavitú della Guinea Bissau, infine, è rappresentata dalle importazioni, doppie rispetto alle esportazioni: nonostante la vasta presenza di campi coltivati a riso, per esempio, il riso stesso è uno dei beni maggiormente importati dall’estero.
Il contenuto del reportage è di responsabilità esclusiva degli autori
e non riflette la posizione dell'Unione Europea.
Guinendadi, storie di rivoluzione e sviluppo in Guinea Bissau,
ha ricevuto il primo premio del pubblico e il secondo premio ex-equo della critica
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